Un aspetto subito chiaro agli addetti ai lavori è che la pratica del tanto menzionato Superbonus sia piuttosto articolata e che comporti non pochi problemi, nel caso in cui la conformità urbanistica dell’immobile non sia perfetta. Di questo credo proprio di aver avuto conferma in prima persona.
Non molto tempo fa, subito dopo la visita ad una villa indipendente ad Arcore, di cui come agenzia avevo l’incarico di vendita, mi soffermai a parlare con il tecnico incaricato dai potenziali acquirenti che, in caso di acquisto della villa, si sarebbe occupato della futura pratica di ristrutturazione.
L’Architetto, che conosceva molto bene la zona, dove aveva sede il suo studio, inizialmente fece apprezzamenti sulla villa singola appena vista; in seconda battuta, affrontando il discorso ristrutturazione, mi fece chiaramente capire la complessità della futura istruttoria relativa alla pratica del Superbonus.
Non era certo la prima volta che sentivo quel discorso da parte di un tecnico, visto che la mia agenzia è specializzata nella vendita di ville singole, molto spesso da ristrutturare; mi capita regolarmente d’interfacciarmi sull’argomento con i professionisti incaricati dagli acquirenti.
Quanto conta la responsabilità
Nel caso specifico, l’architetto mi fece capire un aspetto importante e spesso sottovalutato: il peso della responsabilità del tecnico che deve verificare ed attestare la perfetta regolarità urbanistica di una villa, così da non far cadere il cliente (e se stesso) in ipotetici futuri gravi problemi.
Il nostro dialogo proseguì per una buona mezz’ora e poi ci salutammo ma non prima di avergli confermato che, l’intera documentazione urbanistica di quella villa di Arcore era già in nostro possesso e a sua disposizione per le verifiche del caso, in quanto l’avevamo precedentemente estratta dall’ufficio competente di edilizia privata.
Nel tragitto per rientrare da Arcore al mio ufficio di Monza ripensai a quanto detto dall’Architetto. Sicuramente, anche prima del Superbonus il tecnico aveva una grossa responsabilità sulla spalle ma probabilmente qualcosa ora lo preoccupava maggiormente.
Dalla successiva ricerca in internet, fatta per cercare di capire cosa lo affliggesse, ebbi modo di appurare che la responsabilità a cui andava incontro il tecnico era civile, amministrativa e penale, a seconda del tipo di danno cagionato al cliente ed allo stato.
Professionalità: lavorare in modo scrupoloso
Il professionista è obbligato a stipulare una o più assicurazioni, ma le stesse non coprono le sanzioni penali e amministrative. La responsabilità è davvero tanta, anche in considerazione del fatto che lo Stato ha otto anni per fare le verifiche del caso. Tuttavia, in questi casi, è sempre bene pensare positivo e contare su tanti anni di professionalità che ci spingono ogni giorno a lavorare in modo scrupoloso.
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