Poco prima della fine del 2022, in occasione della stipula dell’atto di compravendita di una grande villa d’epoca dotata di un enorme parco da me venduta, ero in attesa insieme alle parti intervenute che l’assistente del Notaio stampasse la copia dell’atto che, da li a poco, le parti avrebbero firmato per siglare il passaggio di proprietà.
Nella sala stipula, attorno ad un importante tavolo eravamo seduti in dieci: io, due acquirenti, sei venditori (la villa venduta faceva capo a più eredi) ed il Notaio che, approfittando di questo breve intervallo, descriveva ai signori la laboriosità dell’atto che era stato chiamato a redigere e la soddisfazione che la sua istruttoria si fosse svolta senza imprevisti.
Mentre il professionista parlava, nei miei pensieri condividevo ciò stava dicendo e pensavo che effettivamente la vendita di questa villa era stata decisamente impegnativa.
Non tanto nel reperimento degli acquirenti che in poco meno di tre mesi si sono trovati, ma quanto nella gestione di coordinamento di tutti i passaggi che avrebbero consentito ai venditori ed agli acquirenti di arrivare all’appuntamento con il Notaio in serenità.
Partendo dal presupposto che l’unico documento esistente riferito alla villa era una scheda catastale datata 1939 (per di più sbagliata nella rappresentazione grafica) si può meglio comprendere che serviva una buona preparazione per portarla a termine nel verso giusto.
Al mio rientro in ufficio, come d’abitudine, mi sono apprestato a sistemare la pratica per poterla archiviare in ordine e, rivedendo tutte le comunicazioni intercorse via posta elettronica tra me e le parti coinvolte, mi sono quasi stupito.
A partire dal primo contatto con la proprietà per fissare la valutazione della villa, passando dal reperimento dei compratori con le relative trattative, per giungere poi alla stipula dell’atto di vendita, in quasi 8 mesi di gestione contavo 487 e-mail, tutte con tempi di letture e risposta in linea con le mie medie.
Tra comunicazioni dirette e/o in copia conoscenza, alla parte acquirente ne sono state indirizzate 128 mentre ai proprietari della villa 167.
La gestione relativa alla regolarizzazione urbanistica e catastale ha chiesto una corrispondenza con i tecnici incaricati dalle parti di 135 e-mail, 8 ne sono servite con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, 5 quelle inviate all’ufficio edilizia privata del comune in oggetto (più due PEC) e 85 sono state l’e-mail con lo studio Notarile.
Non che le altre ville vendute nel corso del tempo abbiano avuto gestioni meno impegnative ma, obiettivamente, devo dire che questa compravendita è stata una buona occasione per tenersi in allenamento.
Ogni tanto mi domando come facevamo a gestire le pratiche 30 anni fa, quando senza internet e la posta elettronica si doveva fare tutto telefonicamente o via fax, come quella volta che, nei primi anni ‘90, mi ritrovai a gestire la vendita di un immobile con di mezzo un minore e in cui era necessario l’intervento dell’ambasciata Italiana in Ungheria.
Ma questa è un’altra storia.
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